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![L'importanza di essere siciliano: Pregi e difetti (Italian Edition) by [Pasquale Faseli]](https://m.media-amazon.com/images/I/415jUeOKygL._SY346_.jpg)
L'importanza di essere siciliano: Pregi e difetti (Italian Edition) Kindle Edition
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Quarta di copertina
Ci sono due modi per raccontare la verità: scherzando o tacendo.
A parte gli scherzi, ho scritto questo saggio sui siciliani di ieri e di oggi perché oltre alle tante contraddizioni che li accomunano ad altri popoli, vi è quella di vivere su un’isola che non li ha isolati ma esposti alle invasioni di diverse civiltà.
Nelle vene dei siciliani infatti scorre il sangue di coloro che, nell’arco di tremila anni, hanno dominato la Sicilia.
Ma un saggio, per essere apprezzato, deve essere altresì narrato, così come un teorema deve essere dimostrato. Il testo infatti contiene, in forma satirica, anche XXVI dialoghi tra siciliani.
C’è un proverbio siciliano che recita: “Cu ti fa chiangiri ti fa arridiri” (Chi ti fa piangere ti fa ridere, nel senso che una educazione con qualche “no” nell’adolescenza forma uomini consapevoli). Ebbene io voglio far ridere per far piangere.
Avvertenza
Questa non è una “celebrazione” del popolo siciliano come potrebbe sembrare dalla lettura delle prime pagine, in realtà molti capitoli del libro trattano la quotidianità di una società drogata dall’assistenzialismo che ha pervaso usi e costumi delle ultime generazioni.
Presentazione
Non ha alcun senso parlare di popolo italiano, gli unici popoli con una identità culturale e sociale ben delineata sono quello sardo e quello siciliano, perché vivono su un’isola che li identifica. Ma i siciliani hanno inoltre un passato tempestoso di ben dodici dominazioni straniere che li hanno temprati come un acciaio martensitico.
Il resto dell’Italia è fatto di popoli diversi, mischiati come in una macedonia di frutta. Siamo sotto la stessa bandiera tricolore dal 1861, anno dell’Unità d’Italia, ma rimane ancora irrealizzato il proposito racchiuso nella frase di Massimo d’Azeglio (o del politico e scrittore Ferdinando Martini): “Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani”. Cioè gli italiani sono come l’Italia, non già esseri umani con le loro idee e le loro convinzioni ma una cosa inanimata da plasmare come era stata plasmata la penisola raggruppandola sotto la stessa bandiera.
Senza entrare nel merito di come i Savoia agirono per raggiungere tale difficile compito di fare gli italiani, perché esaminato in un capitolo del libro, focalizziamoci sul perché è importante essere siciliani.
Lo scrittore siciliano Vitaliano Brancati disse che i siciliani sono il popolo più intelligente d’Europa. Che sia una battuta campanilistica non vi sono dubbi, però dal punto di vista genetico ha un qualche fondamento, in quanto l’intelligenza prospera con la diversificazione ereditaria.
Per essere più esplicito dico che le specie umane, animali e vegetali, si fortificano durante il corso della loro evoluzione, con la diversificazione degli accoppiamenti. L’ospitalità sessuale eschimese, consistente nell’offrire la moglie all’ospite, ha proprio lo scopo di avere una prole con geni diversi da quelli circoscritti a una comunità di individui in numero limitato.
Ed ecco quindi chiarito il presupposto di quella frase di Brancati, in quanto la Sicilia un tempo faceva parte della Magna Grecia, e poi, da quelle parti, giunsero gli imani Musulmani con i loro mantelli neri, gli scribi Svevi con le penne di gallina, i baroni Angioini coi colletti inamidati, il re Cattolico con la divisa da re cattolico, i viceré Spagnoli con altre divise, i riformisti di Carlo III con le divise da riformisti, i garibaldini con le camicie rosse e infine i pedemontiumesi con le divise di Casa Savoia. E mentre questi arrivavano, spogliavano, depredavano e portavano via, il popolo siciliano era sempre lì a trasformarsi in un popolo sempre più cosmopolita fatto di geni provenienti da lontano.
Ci sono due modi per raccontare la verità: scherzando o tacendo.
A parte gli scherzi, ho scritto questo saggio sui siciliani di ieri e di oggi perché oltre alle tante contraddizioni che li accomunano ad altri popoli, vi è quella di vivere su un’isola che non li ha isolati ma esposti alle invasioni di diverse civiltà.
Nelle vene dei siciliani infatti scorre il sangue di coloro che, nell’arco di tremila anni, hanno dominato la Sicilia.
Ma un saggio, per essere apprezzato, deve essere altresì narrato, così come un teorema deve essere dimostrato. Il testo infatti contiene, in forma satirica, anche XXVI dialoghi tra siciliani.
C’è un proverbio siciliano che recita: “Cu ti fa chiangiri ti fa arridiri” (Chi ti fa piangere ti fa ridere, nel senso che una educazione con qualche “no” nell’adolescenza forma uomini consapevoli). Ebbene io voglio far ridere per far piangere.
Avvertenza
Questa non è una “celebrazione” del popolo siciliano come potrebbe sembrare dalla lettura delle prime pagine, in realtà molti capitoli del libro trattano la quotidianità di una società drogata dall’assistenzialismo che ha pervaso usi e costumi delle ultime generazioni.
Presentazione
Non ha alcun senso parlare di popolo italiano, gli unici popoli con una identità culturale e sociale ben delineata sono quello sardo e quello siciliano, perché vivono su un’isola che li identifica. Ma i siciliani hanno inoltre un passato tempestoso di ben dodici dominazioni straniere che li hanno temprati come un acciaio martensitico.
Il resto dell’Italia è fatto di popoli diversi, mischiati come in una macedonia di frutta. Siamo sotto la stessa bandiera tricolore dal 1861, anno dell’Unità d’Italia, ma rimane ancora irrealizzato il proposito racchiuso nella frase di Massimo d’Azeglio (o del politico e scrittore Ferdinando Martini): “Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani”. Cioè gli italiani sono come l’Italia, non già esseri umani con le loro idee e le loro convinzioni ma una cosa inanimata da plasmare come era stata plasmata la penisola raggruppandola sotto la stessa bandiera.
Senza entrare nel merito di come i Savoia agirono per raggiungere tale difficile compito di fare gli italiani, perché esaminato in un capitolo del libro, focalizziamoci sul perché è importante essere siciliani.
Lo scrittore siciliano Vitaliano Brancati disse che i siciliani sono il popolo più intelligente d’Europa. Che sia una battuta campanilistica non vi sono dubbi, però dal punto di vista genetico ha un qualche fondamento, in quanto l’intelligenza prospera con la diversificazione ereditaria.
Per essere più esplicito dico che le specie umane, animali e vegetali, si fortificano durante il corso della loro evoluzione, con la diversificazione degli accoppiamenti. L’ospitalità sessuale eschimese, consistente nell’offrire la moglie all’ospite, ha proprio lo scopo di avere una prole con geni diversi da quelli circoscritti a una comunità di individui in numero limitato.
Ed ecco quindi chiarito il presupposto di quella frase di Brancati, in quanto la Sicilia un tempo faceva parte della Magna Grecia, e poi, da quelle parti, giunsero gli imani Musulmani con i loro mantelli neri, gli scribi Svevi con le penne di gallina, i baroni Angioini coi colletti inamidati, il re Cattolico con la divisa da re cattolico, i viceré Spagnoli con altre divise, i riformisti di Carlo III con le divise da riformisti, i garibaldini con le camicie rosse e infine i pedemontiumesi con le divise di Casa Savoia. E mentre questi arrivavano, spogliavano, depredavano e portavano via, il popolo siciliano era sempre lì a trasformarsi in un popolo sempre più cosmopolita fatto di geni provenienti da lontano.
- LanguageItalian
- Publication date9 May 2021
- File size1942 KB
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Product details
- ASIN : B094JKJR49
- Language : Italian
- File size : 1942 KB
- Simultaneous device usage : Unlimited
- Text-to-Speech : Enabled
- Screen Reader : Supported
- Enhanced typesetting : Enabled
- Word Wise : Not Enabled
- Print length : 298 pages
- Best Sellers Rank: 119,575 in Kindle Store (See Top 100 in Kindle Store)
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